Il travertino, pietra che ha fatto la storia
“Roma de travertino, rifatta de cartone, saluta l’imbianchino, suo prossimo padrone”
Definizione
Il travertino è una roccia sedimentaria chimica ed organogena che si forma in ambiente fluviale da acque ricche di carbonato di calcio, racchiude spesso resti vegetali che portano alla formazione delle loro tipiche cavità. Il termine deriva dal nome con cui gli antichi romani indicavano la pietra che cavavano a Tivoli: lapis tiburtinus.
Vi è un ulteriore distinzione: travertini termali e travertini formatisi da acque a temperatura ambiente.
- I travertini termali si formano a seguito di precipitazioni in acque calde formatesi a causa della differenza di pressione tra queste acque e l’atmosfera. Questa precipitazione intensa di sali determina quindi la formazione di placche di travertino. Questi sono i tipici travertini dell’Italia centrale ricca di acque termali e zone vulcaniche.
- I travertini formatisi da acque a temperatura ambiente si trovano specialmente in zone con sorgenti a contenuto salino elevato. Quando queste acque ricche di bicarbonato di calcio sgorgano avvengono determinati processi chimici che portano alla precipitazione del carbonato di calcio con la formazione di incrostazioni di calcite.
Storia
Il ricco giacimento di travertino romano – lapis tiburtinus – interessa il territorio pianeggiante dei comuni di Guidonia Montecelio e Tivoli, a pochi chilometri da Roma. Ciò ha consentito, fin dal III secolo a.C., la coltivazione di numerose cave a cielo aperto.
Il termine travertino deriva da “lapis tiburtinus” ovvero “pietra di Tivoli” perchè estratta ai piedi del monte Tivoli. Vi sono certamente anche altri giacimenti in Italia, ma quello romano fu il più utilizzato e forse anche quello qualitativamente migliore, oltre ad aver fatto letteralmente la storia.
A cominciare dal II sec. a.C. il Travertino divenne il materiale privilegiato per la costruzione di monumenti nell’antica Roma. Sotto l’imperatore Augusto il travertino si erge a materiale ‘nobile’ e viene utilizzato nella porta urbana sull’Esquilino e in alcune zone del Teatro di Marcello (13 a.C.- 11 a.C.).
Ovviamente già in epoca romana si nota che le caratteristiche particolari del Travertino rispetto al marmo (specialmente la sua porosità tale da renderlo simile ad una spugna) non consentono determinate lavorazioni a cui si poteva arrivare con il marmo. Si diffonde cosi un’architettura basata su elementi lavorati fino a stadi “pre-finali”. Questo tipo di architettura porta alla costruzione di una delle opere più spettacolari e famose al mondo, l’Anfiteatro Flavio, meglio noto come Colosseo, ma anche altri edifici quali i palazzi Palatini, la villa dell’Imperatore Adriano e le Terme.
L’utilizzo di ‘lapis tiburtinus’ cade in disuso nel Medioevo quando si diffonde l’idea di riutilizzare il materiale di parte di antichi edifici i quali vennero letteralmente spogliati.
Assistiamo ad una ripresa del suo utilizzo intorno al XV secolo quando i pontefici del tempo vollero far rivivere i fasti dell’antica Roma e questo era imprescindibile dall’utilizzo del Travertino Romano. Fu necessario quindi, dopo secoli di inattività, ripristinare le antiche cave romane in particolare quelle di Tivoli.
Già intorno al 1500 assistiamo ad un utilizzo più oculato del Travertino per un problema di costi. Tutto il processo, dalla cava alla lavorazione e posa, cominciò ad essere oneroso e assistiamo quindi ad un nuovo tipo di architettura dove si alternano pareti murarie con mattoni a vista con pareti abbellite con Travertino. Diventa di moda, come ora, l’imitazione di materiali “costosi”. Si utilizzava malta, intonaco e stucco per simulare le caratteristiche estetiche del Travertino.
Tuttavia anche nel 16oo il Travertino restava il materiale più ambito da costruttori e architetti. Più un edificio era importante più importante era la presenza di questo materiale.
Dalla seconda metà del 1800 con l’unificazione italiana e Roma capitale, ancora una volta, le cave riaprono e i lavori di estrazione ripartono. inizia cosi la moderna estrazione su scala industriale che ha investito però una zona assai più vasta, comprendente le attuali località di Bagni di Tivoli, Villalba e Villanova. Venne costruito il Tramway a vapore per il trasporto dei blocchi. L’industrializzazione cambia le tecniche di estrazione che diventano più veloci ed efficienti.
E all’estero?
La richiesta di questo materiale è in aumento specialmente nei paesi emergenti. Si sono così moltiplicati i produttori praticamente in tutto il mondo. In Europa (oltre all’Italia) troviamo cave in Spagna e Romania; nel continente americano (Perù e Messico); in Asia (Iran e Turchia); in Africa (Marocco).
Il maggior produttore rimane l’Italia, seguita da Turchia e Iran.
I paesi emergenti si stanno avvicinando in quanto a produzione per via di ingenti investimenti e per la possibilità di vendere i prodotti a prezzi più bassi. L’Italia rimane comunque leader grazie all’esperienza di 2000 anni superiore alla concorrenza, all’innovazione tecnologica e conoscenze impareggiabili.
Materiale che ha fatto la storia e il presente, sicuramente farà il futuro.
Se dovessimo elencare tutte le costruzioni e monumenti storici in cui venne utilizzato il travertino non basterebbe un libro. Possiamo elencarne alcuni: in epoca romana il Colosseo, il Teatro Marcello e gli archi trionfali; nel rinascimento le basiliche di San Pietro e Santa Maria Maggiore, le fontane del Bernini, le chiese barocche e palazzi patrizi, arrivando ai giorni nostri possiamo menzionare lo Stadio Olimpico, il Palazzo della Civiltà e del Lavoro all’EUR e la recente Moschea di Roma.
Materiale sicuramente molto apprezzato anche all’estero. Tra i tanti, il Complesso Museale dell’Ara Pacis Augustae, Paul Getty Museum di Los Angeles, la Banca di Cina, l’Università di Copenaghen.
Caratteristiche e lavorazione
Come abbiamo visto il Travertino è una pietra usata sin dall’antichità, questo grazie alle sue caratteristiche e qualità estetiche.
Nel mondo commerciale viene comunemente associato al marmo ma come abbiamo visto ha caratteristiche che lo rendono diverso e quindi di una categoria a sè.
Il colore del travertino dipende dagli ossidi che ha incorporato (cosa che accade abbastanza facilmente, essendo di sua natura una pietra abbastanza porosa). La colorazione naturale varia dal bianco latte al noce, attraverso varie sfumature dal giallo al rosso.
Il Travertino risulta una pietra ideale per le tutte le realizzazioni, dai rivestimenti di facciate alle pavimentazioni d’interni, dai progetti di urbanizzazione all’arredo urbano per finire con i monumenti cimiteriali, sculture e oggettistica.
Il travertino, come del resto tutte le pietre naturali, si presta ad una moltitudine di lavorazioni che ne determinano l’aspetto finale. Forse la lavorazione che ne esalta maggiormente le caratteristiche è la lucidatura, in grado di mettere in risalto la trama ed il colore.
Come per il marmo (per leggere l’articolo clicca qui https://www.marmarox.it/marmo-materia-senza-tempo/ ) il travertino, al contrario di altri materiali, ha la possibilità di essere rilavorato in opera grazie a macchine levigatrici per riportarlo alle caratteristiche originarie ogni qualvolta lo si desideri ed ogni volta che si voglia una finitura finale diversa.
Il vantaggio principale della levigatura in opera con macchine levigatrici è quello di rendere la superficie monolitica, senza fughe e dentelli, con un ovvio miglioramento estetico ma anche la conseguenza di rendere la pavimentazione più semplice da pulire e quindi più igienica
Vantaggi
- rilavorabilità
- superficie monolitica
- possibilità di scegliere tra più finiture ogni qualvolta lo si desideri
- raffinatezza ed eleganza
- esclusività
- materiale naturale
Qui sotto alcuni esempi di nostre lavorazioni di pavimentazioni in travertino.
Il Travertino, una pietra color del miele, elegante, dalle caratteristiche uniche, che profuma di storia. #lovestone #savestone